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Che cos’è il dito a martello?
Il dito a martello della mano, noto anche come “mallet finger” in ambito medico, è una condizione in cui la falange distale (l’ultima parte del dito) rimane piegata verso il basso e non può essere raddrizzata attivamente.
Questa condizione si verifica quando il tendine estensore, responsabile dell’estensione dell’ultima falange, si lacera o si stacca dalla sua inserzione sull’osso.
È come se il filo che solleva il burattino si fosse spezzato: il dito rimane “a penzoloni” senza potersi sollevare autonomamente.

Cause più comuni
Contrariamente a quanto si possa pensare, il dito a martello non è sempre conseguenza di un trauma violento.
Molti pazienti, soprattutto donne, riferiscono di aver sentito un caratteristico “STOCK” mentre svolgevano attività quotidiane apparentemente innocue:
- Durante il rifacimento del letto
- Mettendosi le calze o i collant
- Infilando rapidamente le mani in tasca, specialmente in pantaloni stretti
- Afferrando oggetti in modo brusco

Naturalmente, può verificarsi anche in seguito a traumi più evidenti come:
- Colpi diretti sulla punta del dito
- Pallonate (tipiche nel basket o nella pallavolo)
- Cadute con impatto diretto sul dito esteso

Sintomi e Diagnosi
Come puoi riconoscere un dito a martello? I segni distintivi sono:
- L’ultima falange del dito rimane piegata verso il basso
- È impossibile raddrizzare attivamente il dito (puoi sollevarlo solo aiutandoti con l’altra mano)
- A volte può essere presente un lieve gonfiore
- Il dolore solitamente è lieve o moderato, ma può aumentare tentando di estendere il dito
Se noti che la punta del tuo dito rimane “a penzoloni” dopo un evento come quelli descritti sopra, è altamente probabile che tu stia affrontando un caso di mallet finger.
Le prime 3 cose da fare
Se sospetti di avere un dito a martello, ecco le tre azioni immediate da intraprendere:
1. Eseguire una radiografia (RX)
Questo è un passaggio fondamentale, soprattutto se hai subito un trauma diretto. La radiografia permette di escludere eventuali distaccamenti ossei o fratture.
In presenza di fratture, sarà necessario consultare uno specialista in ortopedia per valutare l’approccio più adeguato.

2. Immobilizzare il dito per 6-8 settimane
La corretta immobilizzazione è cruciale: la parte finale del dito deve essere mantenuta in leggera iperestensione (leggermente piegata all’insù)
Questa posizione aiuta il tendine estensore a guarirenella posizione ottimale

3. Consultare un terapista specializzato nella mano
Un fisioterapista o terapista occupazionale specializzato in riabilitazione della mano valuterà la tua condizione, realizzerà un tutore su misura perfettamente adattato alla conformazione del tuo dito e ti guiderà passo dopo passo nel percorso riabilitativo.
Le 3 cose da Evitare Assolutamente
Evita questi errori comuni che possono compromettere la guarigione
1. Utilizzare un tutore della dimensione sbagliata
Al pronto soccorso, è probabile che ti vengano applicate delle stecche “Zimmer” o che ti vengaconsigliato un tutore standard come lo “Stax”. Questi dispositivi presentano due problemi:
- Le stecche immobilizzano anche articolazioni che dovrebbero rimanere libere
- I tutori standard spesso non hanno la taglia corretta: se troppo piccoli causano gonfiore, se troppograndi non immobilizzano adeguatamente

2. Rimuovere il tutore durante il periodo di immobilizzazione
Uno degli errori più comuni è togliere il tutore per lavarsi le mani o per altre attività quotidiane.
Questo può interrompere il processo di guarigione del tendine e prolungare significativamente i tempi di recupero.
3. Tornare immediatamente alle attività normali dopo l’immobilizzazione
Dopo 6-8 settimane di immobilizzazione, il tendine è ancora debole e vulnerabile.
Riprendere subito le normali attività, chiudendo la mano completamente, può causare una recidiva. In molti casi, il dito torna a piegarsi nel giro di pochi giorni!
Il percorso di riabilitazione
Il recupero dal dito a martello può sembrare semplice all’inizio, ma nasconde diverse insidie. Uncorretto percorso di riabilitazione prevede:
1. Fase di immobilizzazione (6-8 settimane):
- Utilizzo costante del tutore nella posizione corretta
- Mantenimento della mobilità delle altre articolazioni della mano non coinvolte
2. Fase di svezzamento dal tutore (2-3 settimane):
- Rimozione graduale del tutore
- Esercizi specifici per rinforzare il tendine estensore
- Uso del tutore solo durante attività a rischio o di notte
3. Fase di recupero funzionale (4-6 settimane):
- Esercizi progressivi per il recupero completo della mobilità
- Tecniche di rinforzo specifiche
- Reintegrazione graduale nelle attività quotidiane
Questo percorso deve essere personalizzato in base alla gravità della lesione, all’età del paziente e al tipo di attività svolte quotidianamente.
Conclusioni e consigli pratici
In sintesi, ecco i 5 punti chiave da ricordare:
- Il dito a martello è una lesione comune che può verificarsi anche durante attività quotidiane apparentemente innocue
- La corretta immobilizzazione per 6-8 settimane è fondamentale per la guarigione del tendine
- Un tutore su misura realizzato da un terapista specializzato offre i migliori risultati rispetto ai dispositivi standard
- La riabilitazione guidata dopo l’immobilizzazione è essenziale per evitare recidive
- Non sottovalutare mai questa lesione: senza il trattamento adeguato, il dito può rimanere piegato all’in giù per sempre.
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Flavio Pellizzaro
Terapista occupazionale specializzato in Riabilitazione della Mano, del Polso e del Gomito
Autore
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Terapista della Mano Certificato Italiano Creatore di Fisiolhand®
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